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L’Invenzione di Alpe-Adria. Cooperazione Transfrontaliera e costruzione di Regioni nei delicati ‘Borderscapes’ dell’Adriatico e dell’arco alpino orientale (1960-2010)

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A cavallo tra XIX e XX secolo, i processi di costruzione delle nazioni lasciarono ferite profonde nelle comunità che vivevano nella regione alpino-adriatica, lo spazio incastonato tra gli attuali confini di Italia, Austria, Slovenia e Croazia. Due guerre mondiali e i totalitarismi hanno lacerato questa terra, condannandola a violenze, guerre e lunghi periodi di intolleranza che hanno sfilacciato il suo tessuto sociale.  Durante la Guerra Fredda, non solo l’intervento di attori internazionali come la CIA e la NATO ma anche le autorità statali trasformarono l’area in un territorio militarizzato, controllando i confini in modo maniacale e creando un persistente clima di sospetto. Queste fratture ridussero l’area ad una periferia marginale e, agli occhi dell’opinione pubblica, in una frontiera simbolica della contrapposizione tra il blocco orientale e quello occidentale.

Questo progetto esplora come le comunità di confine abbiano messo in discussione questa visione divisiva, smantellando la narrazione di un'Europa ideologicamente segregata con piccole azioni quotidiane già dalla fine degli anni ’50. Attraverso la cooperazione transfrontaliera, intellettuali, politici locali, operatori turistici, attori economici ed altri hanno elaborato il concetto di ‘Alpe-Adria’ per descrivere la regione come uno spazio transnazionale, dove far fiorire l'amicizia, la pace e lo sviluppo comune. Grazie alla ricca disponibilità documenti su queste iniziative e alle testimonianze orali dei testimoni delle pratiche transfrontaliere, la ricerca si occupa della fortuna dell’idea di ‘Alpe-Adria’, utilizzandola come un prisma per criticare la visione manichea di un continente diviso. In questo modo, si mette mano alla storia dell'Europa della Guerra Fredda, riscrivendola secondo il punto di vista delle terre di confine.

Emerge così che i confini non sono solo la massima espressione del potere statale, ma anche luoghi di infinite possibilità, veri e propri ‘paesaggi’ – o ‘borderscapes’, come vengono definiti dalle più recenti ricerche – dove l'innovazione politica germoglia grazie all'azione degli attori locali. Lungi dall'essere subordinati ai ‘centri’, le ‘periferie’ hanno influenzato le reti nazionali e internazionali tanto quanto le autorità centrali. La regione alpino-adriatica mette così in luce l'autonomia degli abitanti delle frontiere in contesti più ampi e si distingue come esempio paradigmatico per ripensare la storia contemporanea europea.