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Pubblicazioni

Francesca Brunet (a cura di)
Crime, Histoire & Sociétés / Crime, History & Societies 28 (2024) 2: Special Issue “Locked up, coerced, removed. Space as an instrument of separation and social control in the nineteenth and early twentieth centuries”

Francesca Brunet
“Not having a place in the world to be driven out to”: The mobility spaces and spatial repression of “Gypsies” on the outskirts of the Austrian Empire, in: Crime, Histoire & Sociétés / Crime, History & Societies 28 (2024) 2, pp. 91-119

Siglinde Clementi
Body, Self and Melancholy. The Self-Narratives and Life of the Nobleman Osvaldo Ercole Trapp (1634–1710) (Routledge Series of Cultural History), London/New York 2024

Francesca Brunet
Un nuovo diritto per un nuovo confine. Vagabondaggio e controllo delle campagne lombarde nei primi anni di governo austriaco, in: Francesca Brunet/Michele Luminati/Paola Mastrolia/Stefano Solimano (a cura di), Costruire, trasformare, controllare. Legal transfer e gestione dello spazio nel primo Ottocento (Itinerari 23), Bellinzona 2022, pp. 183–200
- Mobilità
- Marginalità
- Controllo sociale
- Diritto
- Istituzioni
- Confini
- Contributo in volume miscellaneo
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Siglinde Clementi
Körper, Selbst und Melancholie. Die Selbstzeugnisse des Landadeligen Osvaldo Ercole Trapp (1634–1710) (Selbstzeugnisse der Neuzeit 26), Wien/Köln/Weimar 2017
Francesca Brunet
Del povero amico – del vagabondo nemico! Vagabondaggio e trasporti forzati alle frontiere tirolesi al volgere del XIX secolo, in: Römische Historische Mitteilungen 67 (2025) (in stampa)
- Mobilità
- Marginalità
- Controllo sociale
- Diritto
- Istituzioni
- Confini
- Articolo in rivista
Francesca Brunet/Elisabeth Tauber
Mobility of “vagabonds” and “gypsies” in the Austrian empire between state control and practices of resistance (19th-20th centuries): anthropological and historical reflections (in preparazione)
Divulgazione

Storie di mobilità, marginalità e repressione
tra passato e presente, cinema e arte
Bolzano-Bressanone, ottobre–dicembre 2023
- Controllo sociale
- Marginalità
- Mobilità
- Cicli di conferenze
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↓ Flyer
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Carceri e carcerati in Tirolo tra XIX e XX secolo
Come veniva punito in passato chi commetteva azioni ritenute delittuose? Quali erano i luoghi e gli edifici destinati a tali punizioni? Le risposte a queste domande mettono in luce alcuni aspetti significativi di come uno Stato si autorappresenta e del rapporto tra chi esercita il potere punitivo e la società.
Dopo aver illustrato la cornice generale – ossia i codici penali, i regimi carcerari e le pratiche punitive in vigore nell’Impero austriaco tra fine Settecento e inizio Novecento –, la relazione si concentrerà sul Tirolo. Si andranno quindi ad esaminare i luoghi detentivi cui, nel corso del secolo, erano destinati i condannati e le condannate tirolesi, con particolare riguardo a quelli collocati nella città di Bolzano – il carcere di S. Afra e il nuovo carcere nell’attuale via Dante, inaugurato alla fine del XIX secolo e tutt’ora in funzione. Attraverso le planimetrie e i regolamenti delle carceri stesse, nonché le cronache dei giornali di allora, si ricostruiranno alcuni aspetti della vita quotidiana dei detenuti: il lavoro, la scuola, le norme sanitarie, ma anche le fughe, le proteste e gli episodi di insubordinazione per le condizioni precarie e di sovraffollamento che, ieri come oggi, caratterizzano molte carceri, non escluso quello di Bolzano. Un’esecuzione capitale di cui il cortile del carcere di S. Afra fu teatro, ed altri eclatanti casi criminali, permetteranno inoltre di riflettere attorno al rapporto tra giustizia e funzione intimidatoria della pena di morte, tra processo penale, cronaca nera ed opinione pubblica.
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Durata
ca. 45 minuti
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Mezzo
presentazione PowerPoint
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Lingua
Italiano o tedesco
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Contatto

Vite di confine
Vagabondaggio in Tirolo e alle frontiere tirolesi tra Otto e Novecento
Il Tirolo è sempre stato uno spazio di mobilità, che nel corso del XIX secolo si fece ancor più intensa. Lavoratori e lavoratrici stagionali, persone in cerca di lavoro, piccoli commercianti ambulanti percorrevano di continuo il Land, rimanendone al suo interno o attraversandone le frontiere per spostarsi in altre province dell’impero, nei Paesi confinanti, o ancora più lontano, in Europa o oltreoceano.
Tra le molte persone mobili, alcune erano tenute particolarmente d’occhio delle autorità regionali, poiché la loro stessa esistenza era avvertita come un problema di ordine pubblico. Si trattava di un gruppo piuttosto eterogeneo di individui definiti quali vagabondi, Arbeitsscheue (“restii al lavoro”), mendicanti: termini che indicavano sostanzialmente chi fosse privo di occupazione, domicilio stabile o mezzi di sostentamento, che pertanto si trovava escluso dal sistema produttivo e percepito come non socialmente ed economicamente utile.
Queste persone incrociavano sovente gli organi amministrativi, giudiziari e di polizia, e di loro resta dunque traccia nella documentazione prodotta da questi ultimi (verbali di arresto, relazioni che le autorità regionali inviavano ai ministeri viennesi, fogli di via, ordini di reclusione in case di lavoro coatto…): tracce che spesso rappresentano le uniche testimonianze di vite marginalizzate che altrimenti rimarrebbero del tutto invisibili ai nostri occhi.
La relazione cercherà allora di rispondere a queste domande: chi erano, da dove venivano e dove andavano i vagabondi e le vagabonde che si spostavano in Tirolo? Qual era il trattamento loro riservato? Come riuscivano a viaggiare, attraversare le frontiere e a sopravvivere?
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Durata
ca. 45 minuti
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Mezzo
presentazione PowerPoint
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Lingua
Italiano o tedesco
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Contatto

Opzioni ed evacuazione di donne, uomini e bambini con disabilità fisiche e mentali dall’Alto Adige (1939-1945)
L’opzione di cittadinanza del 1939, concordata tra la Germania nazista e l’Italia fascista e imposta alla popolazione sudtirolese, ebbe conseguenze particolarmente drastiche per le persone con disabilità fisiche e mentali. Nella maggior parte dei casi queste non avevano né la possibilità né il diritto di decidere autonomamente se rimanere o partire per il Reich tedesco. Spesso la decisione veniva presa dai genitori, dal tutore o, per coloro che si trovavano nell’ospedale psichiatrico di Pergine, anche dai medici.
Gli e le optanti per la Germania erano spesso esposti allo sfollamento senza alcuna possibilità di difendersi. Una volta attraversato il Brennero, finivano nella sfera di influenza dell’inumana politica demografica nazionalsocialista. In condizioni che si facevano sempre più precarie, venivano ricoverati negli istituti psichiatrici (“Heil- und Pflegeanstalten”) del Tirolo e della Germania meridionale.
In Germania già a partire dal 1933 le donne e gli uomini affetti da “malattie ereditarie” venivano sterilizzati forzatamente e, dal 1940, uccisi con il gas. I e le sudtirolesi erano stati in un primo momento esclusi, per motivi politici, dall’eutanasia nazista. Tuttavia, non è possibile stabilire quante persone, a partire dal 1941, siano state vittime della cosiddetta “eutanasia decentralizzata” praticata nei sopra menzionati istituti mediante privazione di cibo o somministrazione di farmaci. Circa la metà dei 299 malati deportati dall’ospedale psichiatrico di Pergine non sopravvisse alla fine della guerra, e i bambini morirono a causa di esperimenti medici o furono uccisi.
La relazione ripercorre il destino cui questo gruppo di persone vulnerabili costituito da malati e disabili, spesso trascurato dalla storiografia, andò incontro durante il periodo nazista.
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Durata
ca. 50 minuti
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Mezzo
presentazione PowerPoint
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Lingua
Italiano o tedesco
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Contatto

Passeggiata storico-tematica a Bolzano: tra i luoghi della marginalità e del controllo sociale
Con questa iniziativa si intende proporre a tutti gli interessati e le interessate un nuovo sguardo sulla città di Bolzano. Durante la passeggiata i visitatori e le visitatrici verranno condotti in alcuni luoghi poco conosciuti o insoliti della città: ad esempio, il vecchio e il nuovo carcere, il luogo in cui anticamente sorgevano la forca e la gogna, la casa di lavoro per bambine e bambini poveri, l’edificio che un tempo ospitava gli uffici di polizia. Alcuni di questi luoghi ed edifici di reclusione, disciplinamento, sorveglianza, punizione o separazione sociale sono ancora esistenti ma hanno oggi una nuova funzione; altri sono del tutto scomparsi, e di essi rimangono alcune informazioni nei documenti d’archivio o nelle mappe d’epoca. In ogni caso essi rappresentano importanti tracce materiali che permettono di osservare quanto la storia della città sia legata strettamente anche alla storia della marginalità, del controllo sociale, della repressione della criminalità e della “devianza”. La passeggiata storica vorrebbe insomma offrire lo spunto per guardare Bolzano da una nuova prospettiva e per riflettere sul modo in cui nei secoli si è tentato di mantenere l’ordine, reprimere le azioni ritenute illecite, marginalizzare e tenere sotto controllo le persone percepite come potenzialmente pericolose.
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Durata
ca. 2 ore
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Contatto
Iniziative scientifiche

Mobility and Poverty in Europe between the Early Modern Period and the 19th Century
Networks, Infrastructures, Control
- Mobilità
- Marginalità
- Controllo sociale
- Diritto
- Istituzioni
- Transito
- Logistica
- Storia urbana
- Confini
- Criminalità e giustizia penale
- Workshop
Bressanone, Accademia Cusanus


Rinchiudere, costringere, allontanare
Lo spazio come strumento di separazione e controllo sociale tra il secondo Ottocento e il primo Novecento
Bressanone
News
Rinchiudere, costringere, allontanare
È uscito l'ultimo numero di "Crime, Histoire & Sociétés / Crime, History & Societies" dal titolo "Locked up, coerced, removed. Space as an instrument of separation and social control in the nineteenth and early twentieth centuries", curato da Francesca Brunet
Storie di repressione e resistenza
Francesca Brunet terrà una conferenza sulle politiche “anti-zingare” in Tirolo tra Otto e Novecento. Il 18 marzo alle ore 17.30, presso l’Officina dell’Autonomia a Trento.
Il fascismo e la persecuzione dei rom e dei sinti
É uscito il nuovo libro di Paola Trevisan: La persecuzione dei rom e dei sinti nell’Italia fascista. Storia, etnografia, memorie
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12.09.2024
- Marginalità
- Controllo sociale
- Mobilità