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A tutt’oggi non esiste alcuno studio dedicato alle politiche italiane di colonizzazione dell’Alto Adige che, muovendo dai parziali e timidi interventi tra anni Venti e primi anni Trenta, abbia concentrato l’attenzione sul periodo cruciale 1939-43 e sulle sue eredità nel dopoguerra. Il presente progetto di ricerca si propone di colmare tale lacuna muovendo dalla disponibilità di nuove fonti archivistiche. Al centro della ricerca vi è il ruolo dell’Ente nazionale per le Tre Venezie (ENTV), attraverso le cui vicende è possibile ricostruire l’intera parabola dell’intervento fascista. Precursore dell’ENTV è un’istituzione agraria nata ancor prima dell’avvento del fascismo, l’Ente Rinascita Agraria (ERA) fondato nel 1921. Si trattava di un ufficio nato con finalità di razionalizzazione dell’attività produttiva nelle campagne venete, il cui ruolo era però destinato a espandersi e a mutare radicalmente nel corso degli anni Trenta. Il regio decreto legge 7 gennaio 1937, n. 82 ampliava i poteri di esproprio dell’ERA, mentre altri provvedimenti ne indirizzavano l’attività specificatamente nelle aree di confine, trasformandolo poco a poco in un possibile strumento attraverso cui intensificare l’opera di penetrazione nazionale nelle valli dell’Alto Adige. Ma la svolta decisiva arrivò con le opzioni e con la legge 27 novembre 1939, n. 1780 che cambiò la denominazione dell’ERA in Ente nazionale per le Tre Venezie (ENTV), assegnandogli il delicatissimo e impegnativo compito di prendere in consegna i beni immobili degli optanti per poi rivenderli attraverso aste o trattative private. Nel giro di un biennio l’ENTV entrò in possesso di una considerevole quantità di beni, tra cui masi e terreni agricoli, ma anche case, appartamenti, alberghi, esercizi commerciali e studi professionali. La ricerca mira a comprendere quale uso fu fatto di tali beni, quanti ne vennero ceduti, a chi, in quali forme, sulla base di quali condizioni. Interessante sarà verificare se vennero approntati coerenti piani di trasferimento, individuando determinate aree geografiche di provenienza dei coloni. La ricerca intende condurre l’analisi anche oltre il 1945, analizzando la politica dell’ENTV, che rimarrà in vita fino agli Settanta, nella fase immediatamente successiva alla seconda guerra mondiale, quando era ancora in possesso di numerosi beni immobili frutto delle opzioni. Andrà verificato se da parte delle autorità italiane si proseguì nell’intendere l’Ente quale strumento consapevole di sostegno all’italianità in una zona di confine particolarmente difficile.